Il conservatorio Paul Dukas
Tetro, in stato di abbandono, con queste parole l’architetto parigino Bernard Desmoulin ha descritto il quartiere della sua città a cui è riuscito a dare un tocco di ottimismo contemporaneo. L’appariscente conservatorio Paul Dukas – che Desmoulin descrive come una caramella o una boccetta di profumo – è parte del nuovo piano di rinnovamento per un’area dimessa della linea ferroviaria.
In una strada dominata da angoli retti, una possente curva indica la natura culturale del progetto perché ridisegna una piccola piazza. La squadra di architetti ha diviso la struttura in due: un edificio sinuoso come un’onda per le classi e una struttura a trapezio per l’auditorium. La circolazione interna è dirottata soprattutto verso la facciata che dà sul cortile interno, in modo tale che l’intero edificio, i corridoi quanto le classi, siano inondati di luce naturale.
Il design della facciata ha reso il cupo ambiente circostante più brioso.
Per far si che lo stile dell’edificio non potesse in futuro apparire fuori moda, l’architetto ha scelto di usare la ceramica; nello specifico dei grandi pannelli in terracotta che proteggono dalla pioggia e garantiscono la coibentazione.
Le facciate che guardano a est, ovest e nord sono rivestite da pannelli di tre sfumature di blu; la palette di azzurri è completata dall’oro specchiato dell’acciaio di alcune lastre.
Per dare all’edificio una maggiore dinamicità, le piastrelle sono state disposte verticalmente secondo un metodo innovativo, perché essendo molto pesanti non sarebbero riuscite a supportarsi l’un l’altra se sistemate in senso orizzontale.
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