Assistenza sanitaria ue: italiani, meno informati in europa
Gli italiani non lo sanno: in caso di cure ricevute in uno dei paesi dell’Unione Europea, si ha diritto a un rimborso da parte del proprio servizio sanitario.
Gli aventi diritto sono tutti coloro i quali si trovano per motivi di studio, lavoro o turismo in un paese dell’Unione Europea, diverso da quello di residenza.
Secondo un rapporto della Commissione Europea, infatti, solo il 9% degli italiani è a conoscenza di questa opportunità, contro il 36% di britannici e svedesi; solo greci e bulgari sono meno informati di noi.
L’Italia detiene, inoltre, il record negativo in Europa per scarsità di domande di autorizzazione preventiva alle autorità nazionali (177 ricevute di cui 103 accettate), dato che assume maggior rilevanza se si considera che al secondo posto troviamo la Slovacchia (con 139 domande di autorizzazione preventiva ricevute) che ha appena 5,5 milioni di abitanti.
Situazione molto più rosea in Francia, dove sono state presentate ben 57 mila domande.
Pochissimi italiani (solo uno su dieci) sono a conoscenza dell’esistenza di un centro nazionale di informazioni ad hoc.
Il rapporto dell’Unione Europea denuncia, inoltre, la limitata conoscenza dei pazienti sui diritti che hanno all’interno dell’UE. Al contempo spiega quali sono le condizioni da rispettare per ottenere un rimborso dal proprio servizio sanitario nazionale e quali sono le regole sull’assistenza medica in un altro paese.
About author
You might also like
120 posti per ingegneri e archietti all’Agenzia delle Entrate
Un nuovo bando dell’Agenzia delle Entrate pubblicato di recente ha come oggetto la creazione di 120 posti di lavoro per funzionari tecnici a tempo indeterminato. Il concorso, in scadenza il
Externa Expo
Nell’area fieristica di Lecce (Piazza Palio) torna Externa Expo, la manifestazione tematica dedicata all’arredo da esterni e ai giardini che arriva quest’anno alla sua nona edizione. Dal 28 aprile al
Post-sisma: nuovo limite per professionisti
Se subito dopo il sisma che ha colpito l’Italia centrale nel 2016 il limite per incarichi contemporanei che possono essere affidati allo stesso professionista aveva un tetto piuttosto esiguo, con







