Appalti: i dipendenti pregiudicati non bastano a macchiare il nome di un’impresa
Le ultime notizie dal fronte appalti, grazie alla sentenza n. 3138/2018 del Consiglio di Stato, si riferiscono all’impossibilità di escludere un’impresa da un appalto pubblico qualora si trovino a lavorare al suo interno dei pregiudicati. La sola presenza di dipendenti pregiudicati infatti non basta da sola a provare l’infiltrazione mafiosa nell’azienda, questo invece sì motivo di esclusione dagli appalti pubblici.
Secondo i giudici infatti non è un automatismo la presenza di pregiudicati o persone dedite ad attività criminale, a meno che con successive indagini non risulti che la quantità di pregiudicati o lavoratori con la fedina penale non immacolata siano indicativi di un sistema distorto di assunzioni e possano quindi inquinare e nuocere alla gestione dell’impresa nel suo complesso. La sentenza in oggetto fra l’altro si riferiva a una società di gestione di rifiuti in cui nell’appalto stesso aveva obbligo di riassunzione o comunque riassorbimento dei dipendenti della ditta uscente dall’appalto, ulteriore motivo per slegare le attività dell’impresa dalle persone che vi lavorano.
About author
You might also like
Ue: interrogazione su liberi professionisti
Sostenere i liberi professionisti: questo l’argomento dell’interrogazione rivolta, nel corso della Plenaria dell’Europarlamento di Strasburgo, da Antonio Tajani (Vicepresidente del Parlamento Europeo) al Commissario responsabile per il mercato interno, l’industria,
Esonero dalle tasse Anac per la Ricostruzione Post-Sisma
Il Dpcm del 28 settembre 2017 ha reso operativa la delibera Anac che prevede l’esonero, per il 2017 e per gli anni successivi, dal pagamento dovuto all’Autorità per l’affidamento dei
Compensi ctu: ingegneri contrari alle nuove regole
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha fatto presente la propria insoddisfazione riguardo la nuova legge 132/2015 che si esprime in materia fallimentare. Al consulente tecnico d’ufficio non sarà permesso richiedere