Catania: come estrarre energia dagli agrumi
Dalla lavorazione biologica di buccia, semi e polpa (pastazzo), scarti ottenuti dalla lavorazione di agrumi, si potrebbe estrarre energia elettrica.
Questo l’obiettivo del progetto “Energia dagli agrumi”, promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia, in collaborazione con la cooperativa Empedocle e l’Università di Catania, che ha portato alla realizzazione di un impianto pilota. The Coca-Cola Foundation sostiene l’iniziativa con un finanziamento non condizionato.
Ogni anno sono prodotte in media 340 mila tonnellate di pastazzo, i cui costi di smaltimento superano i 10 milioni di euro (30 euro per ogni tonnellata). Nella produzione industriale di succo di agrumi, inoltre, ben il 60% del quantitativo trattato si trasforma in residuo umido.
Attualmente parte di esso è gestito come rifiuto (generando costi elevati), mentre una piccola parte si usa come ammendante in agricoltura, mangime per animali, compost o additivo per alimentazione umana.
L’impianto pilota potrà sfruttare la quantità di digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica, nutrienti per il terreno, bioprodotti, biometano, trasformando il problema dello smaltimento (per i costi elevati), in una grande opportunità per l’intera filiera agrumicola siciliana.
Il problema dei residui derivanti dalla lavorazione di agrumi, potrebbe essere risolto con appena 20 impianti simili a quello pilota, sparsi in tutta la regione. Un singolo impianto, infatti, utilizzando i sottoprodotti di alcune delle filiere agroalimentari mediterranee (non solo agrumi, ma anche pale di fichi d’india, vinacce e sansa) e secondi raccolti o colture in rotazione, può produrre 500 normal metri cubi di biogas e attivare un generatore da cui si ottiene 1MW di energia elettrica; con questo quantitativo si riuscirebbe ad alimentare il consumo di circa 333 abitazioni.
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