0 1951 Views

Sanzioni per chi viola obbligo di tracciabilità

La legge impone ai datori di lavoro e ai committenti l’obbligo di pagamento con sistemi tracciabili, e quindi non in contanti a meno che il datore di lavoro non abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento in Posta o in Banca. Una nuova nota dell’Ispettorato del lavoro, la n. 5828 del 4 luglio 2018, chiarisce quali siano le modalità di calcolo della sanzione per chi non rispetta tale obbligo, andando ad alleggerire il carico perché la sanzione stessa è calcolata non più sul numero di lavoratori dipendenti per cui si è compiuto l’illecito fiscale ma calcolando i mesi per i quali si è protratto il pagamento con modalità non consentite dalla specifica legge n. 205/2017.

Le sanzioni amministrative pecuniarie per i datori di lavoro che non rispettano la tracciabilità dei pagamenti vanno da un minimo di mille euro fino a un massimo di cinquemila euro. Solo i pagamenti, anche ai dipendenti, che non rientrano nel campo della retribuzione (come per esempio anticipi e rimborsi spese, o pagamento di danni) sono sgravati dall’obbligo di tracciabilità.

Previous Imposte catastali e ipotecarie con F24
Next In Italia sono 637 le opere incompiute

About author

Michela Meloni
Michela Meloni 637 posts

Michela Meloni si occupa di editoria (LaPiccolaVolante Ed.), comunicazione pubblicitaria e redazione di articoli web oriented. Ha una laurea specialistica in editoria, giornalismo e nuovi media. Collabora con diverse web agency e scrive di libri sul sito Mangialibri.com.

View all posts by this author →

You might also like

Attualità

Presto novità sul Testo Unico per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro

Durante l’importante convegno “Lo stato di applicazione della sicurezza e salute sul lavoro: quali regole e quanto applicate. Sviluppi futuri”, tenutosi a Rimini e organizzato dall’Unindustria, il tecnico giuslavorista Lorenzo

Attualità

Via gli studi di settore, arriva l’indicatore di affidabilità

Il fisco mette in pensione il metodo degli studi di settore, utilizzati per misurare i compensi e i ricavi dei liberi professionisti e delle attività commerciali, che spesso non assicuravano

Attualità

Calo nel settore costruzioni dopo l’estate

I nuovi dati Istat non sono affatto rassicuranti per il settore edilizio. Secondo L’Istituto nazionale di statistica infatti si è registrato un calo pari a un punto percentuale rispetto al