Sicurezza e campionamento su strutture: solo 120 aziende sono autorizzate
Il tragico crollo del Ponte Morandi ha messo in moto una serie di quesiti e questioni tecniche: i cittadini italiani chiedono sicurezza e si interrogano su come si possano prevenire simili tragedie. Secondo il Comitato per la Diagnostica e la Sicurezza delle Costruzioni e dei Beni Culturali (CO.Di.S) sono soltanto 120 le aziende che possono operare legalmente delle verifiche sui materiali costruttivi delle strutture, in particolare operando dei campionamenti e dei prelievi sul calcestruzzo o sugli altri materiali utilizzati, e questo sia per quanto riguarda abitazioni civili che grandi opere pubbliche.
Questo numero, abbastanza esiguo, è attestato dopo l’entrata in vigore delle Norme Tecniche Costruzioni in vigore dal 2018: prima della pubblicazione della nuova normativa infatti esistevano nel nostro Paese 400 ulteriori aziende con le competenze tecniche per poter effettuare ispezioni e controlli sulle costruzioni e le strutture. Sempre secondo il CO.Di.S, sarebbe bastato l’inserimento di un comma integrativo al capitolo 8 del NTC 2018 affinché queste aziende, ora tagliate fuori dal mercato, potessero continuare ad operare, un paradosso in un momento storico e geologico in cui eventi sismici e rischio idrogeologico mettono a rischio diverse strutture.
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