I big dell’edilizia stritolati dalla crisi
La crisi nel settore edile, in particolare i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione per le grandi opere pubbliche, ha messo in ginocchio quattro fra le dieci più grandi aziende nel settore in Italia. Ci riferiamo a Astaldi, Condotte, Cmc Ravenna, Trevi. Il blocco dei cantieri ha portato le aziende ad ampliare i loro orizzonti e prendere molti lavori, oltre l’80% del fatturato, all’Estero: il problema è che spesso i Paesi in cui si opera sono considerati “difficili” o comunque vessati da crisi politiche ed economiche, come per esempio il Venezuela, la Turchia o l’Algeria.
Queste aziende, prima che sopraggiungesse la forte crisi nel 2017, erano forti di commesse miliardarie, ma anche di altrettanti debiti verso banche, fornitori e professionisti che i ritardi di pagamento della PA hanno esacerbato fino ad arrivare all’odierno punto di rottura. Condotte è ora in amministrazione straordinaria, nonostante avesse un miliardo di crediti verso la pubblica amministrazione. Sono 28 le grandi opere che versano nella condizione di blocco, per un totale di 33 miliardi di euro. Una situazione preoccupante che riguarda non solo i big, ma anche le imprese medie e piccole operanti nel settore dal momento che sono oltre 550 i cantieri medi e piccoli bloccati.
About author
You might also like
Responsabilità precontrattuale della PA per clausole ambigue
L’Adunanza Plenaria (il massimo organo di Giustizia Amministrativa) ha decretato che le stazioni appaltanti che nei loro bandi hanno delle clausole considerate ambigue e che in questo modo possono condurre
Esonero compilazioni AdE per ristrutturazioni condominiali
Con la risoluzione n. 67 del 20 settembre 2018 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che gli amministratori condominiali non sono più obbligati alla compilazione dei quadri AC (per quanto riguarda
Patto per Napoli: l’accordo fra il sindaco De Magistris e Renzi per edilizia e trasporti
Il premier Renzi e il primo cittadino della città partenopea De Magistris hanno firmato il 13 ottobre l’accordo “Patto per Napoli”, che prevede investimenti pari a 308 milioni di euro







